Il potassio (simbolo K) è un altro elemento chiave per le vasche marine e risulta importantissimo per i coralli duri. La sua concentrazione in vasca dovrebbe essere fra 380/450 mg/l con un optimum intorno a 400, valore che si riscontra tipicamente nell’acqua marina naturale. Come per molti altri elementi, anche il potassio viene impiegato sia nel deposito della struttura scheletrica del corallo, sia a livello cellulare, inoltre risulta molto utilizzato dalle zooxantelle, in quest’ultimo caso il potassio è un vero e proprio fertilizzante, come accade per tutte le cellule vegetali acquatiche e terrestri.
Vorrei chiarire fin da subito che, a differenza di quanto avviene per elementi come il calcio, il potassio non risulta essere un elemento limitante in senso stretto, ossia la scarsità di potassio non risulta compromettente per la sopravvivenza dei coralli. Se livelli di calcio sotto i 350 mg/l possono essere fatali per molti coralli, valori nettamente più bassi di potassio non lo sono. Peraltro i sintomi da carenza di potassio sui coralli sono estremamente eterogenei ed aspecifici.
Chiarito questo punto cerchiamo di capire perché, nonostante tutto, il potassio sia così importante per allevare con successo le più svariate specie di coralli, siano essi molli o madrepore. A mio parere 4 sono i punti su cui focalizzare l’attenzione:
1- Il potassio è coinvolto in numerosi processi fisiologici che prendono luogo nelle cellule del corallo, tuttavia si parla di una quantità talmente piccola da non risentire in maniera determinante della concentrazione presente in acqua.
2- Il potassio viene impiegato dal corallo come componente per la formazione del proprio scheletro calcareo, si parla tuttavia di percentuali estremamente ridotte se raffrontate al consumo di calcio.
3- Il potassio come già accennato risulta un elemento fondamentale per il metabolismo delle zooxantelle poichè direttamente coinvolto nella sintesi degli zuccheri mediante fotosintesi
4- Il potassio ha la capacità di stimolare la sintesi di cromoproteine da parte del tessuto del corallo, ad oggi non è chiaro come ciò avvenga, l’ipotesi più accreditata è che il potassio abbia un ruolo nel promuovere la trascrizione dei geni che presiedono alla sintesi di cromoproteine. Altra ipotesi è che il corallo possegga sensori in grado di rilevare la concentrazione di potassio in acqua ed in base a questi dati regolare la sintesi di cromoproteine.
Come ho accennato, i sintomi da carenza di potassio sono aspecifici e possono essere confusi con quelli causati da altre carenze e/o eccessi, vediamo i principali:
– scarsa crescita o crescite non omogenee
– colorito pallido o sbiancamento del tessuto, più pronunciato nelle zone in ombra
– tiraggi del tessuto, generalmente dal basso
Viceversa un eccessivo dosaggio di potassio è molto più semplice da riconoscere sia per la velocità di comparsa dei sintomi sia per la loro entità:
– tiraggi esclusivamente dalle punte, con effetto di spellamento, sono visibili piccoli lembi di tessuto che fluttuano attorno alla zona di scheletro nudo, oppure le punte di crescita assumono un aspetto rinsecchito, fenomeno chiamato “bruciatura delle punte”
– scurimento molto marcato del tessuto compresa l’area di crescita, dovuto ad un intensa proliferazione delle zooxantelle
– rallentamento generalizzato della crescita
In commercio esistono numerosi test colorimetrici per determinare la concentrazione di potassio, come avviene per il calcio. Personalmente li ritengo validi ma non indispensabili, infatti per un acquariofilo con una buona esperienza che gestisca una vasca impostata su metodi a riproduzione batterica, risulta piuttosto semplice verificare eventuali carenze o eccessi di potassio, tramite la semplice osservazione di coralli “spia”. Personalmente nelle mie vasche ho sempre tenuto un esemplare di A. Valida tricolor, utilissima come indicatore del potassio: nella sua colorazione ottimale questa acropora presenta rami di colore bianco con la porzione terminale (circa 1,5/2 cm) di un viola molto intenso e polipi verde fluorescente. In condizioni di potassio basso si può notare una regressione della porzione viola apicale che assume anche una tonalità più opaca. In condizioni di eccesso, l’animale reagisce con un rapido scurimento nella zona bianca, in cui risulta visibile una marcata proliferazione di zooxantelle.
Per quanto concerne l’integrazione, il metodo più rapido e sicuro risulta l’uso di integratori liquidi a base di sali di potassio, tipicamente solfato/cloruro/idrossido di potassio, oppure gluconato di potassio. L’integrazione può essere eseguita anche settimanalmente ma, come per ogni integratore, la soluzione migliore è il dosaggio giornaliero, al fine di garantire la massima stabilità possibile. Un valido aiuto si trova nelle pompe dosimetriche automatiche che assicurano dosaggi costanti e precisi.
Ultimamente si trovano in commercio anche integratori sotto forma di tavolette a lento rilascio che assicurano dosaggi costanti per periodi di circa 1 mese. Un esempio di questa nuova tipologia di integratori è il sistema Automatic Elements della Korallen Zucht.
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