Tutti conosciamo lo iodio e la sua importanza per il nostro organismo, e ancora di più sappiamo che l’acqua marina è ricca di iodio. Senza analizzare altri fattori, appare chiaro che anche l’acqua dei nostri acquari necessita di un adeguato apporto di iodio, al fine di provvedere alle necessità metaboliche dei nostri ospiti.
Analizzando l’acqua marina naturale si osserva, in media, una concentrazione di iodio di circa 0.06 mg/l, un valore che pone lo iodio a tutti gli effetti nella categoria degli oligoelementi. Nonostante una concentrazione estremamente bassa in rapporto ad altri elementi, lo iodio risulta tuttavia fondamentale in molti processi cellulari di pesci e coralli, in aggiunta risulta un valido aiuto per migliorare le colorazioni blu/viola di molti sps.
Il dosaggio di iodio in acquario deve essere eseguito con molta attenzione poiché concentrazioni superiori a 0,1 mg/l sono in grado di arrecare numerosi danni alla stabilità della vasca, in particolare l’eccesso di iodio risulta nocivo per le popolazioni batteriche.
In linea di massima, in vasche condotte con metodi non particolarmente spinti, l’integrazione di iodio risulta assolutamente superflua, dal momento che la quota reintegrata mediante i cambi d’acqua è sufficiente a sopperire al modesto assorbimento da parte di coralli e altri organismi presenti in vasca. In sistemi a riproduzione batterica, invece, i coralli possono trarre grandi benefici in termini di colorazione. La soluzione ormai consolidata per l’integrazione dello iodio è l’uso di appositi prodotti in forma liquida a base di sali di iodio a basse concentrazioni, in particolare ioduro di potassio.
Peraltro in commercio esistono pochi test per lo iodio e i risultati sono piuttosto complessi da interpretare, in buona parte per il fatto che lo iodio in acqua assume varie forme e lega una serie di molecole diverse. Pertanto risulta complesso rilevare correttamente la quantità assoluta di iodio.
Come per molti oligoelementi, ritengo che la soluzione migliore sia di utilizzare un dosaggio di partenza ampiamente al di sotto del margine di sicurezza e via via aumentare il dosaggio in relazione alle reazioni che si osservano sugli animali. Personalmente ho sempre avuto un esemplare di acropora Hoeksemai blu che rappresenta un ottimo indicatore della concentrazione di iodio, infatti ho più volte constato la tendenza di questo corallo ad assumere, in presenza di iodio, una colorazione blu elettrico con il margine interno del corallite di un bel verde acido.
Termino questo brevissimo articolo con un piccolo rimando a quelli che chiamo multi-integratori che ritengo particolarmente utili per il reintegro simultaneo di numerosi oligoelementi. In particolare utilizzo con soddisfazione da molti anni il Kaliumjodid-fluor-brom della Korallen-Zucht, integratore in gocce contenente iodio, fluoro e bromo sotto forma di sali di potassio. In alternativa il mercato offre numerosi integratori esclusivamente a base di iodio.
[…] Una seconda alternativa molto valida per il reintegro del bromo è l’uso di integratori multi-elemento in grado di apportare contemporaneamente più elementi con un solo dosaggio. Ad esempio il KZ Kaliumjodid-fluor-brom, già citato nell’articolo riguardante lo iodio. […]
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[…] di oggi è dedicato al fluoro e conclude la panoramica sugli alogeni, insieme a iodio e bromo. La concentrazione del fluoro nell’acqua marina naturale è di circa 1,3 mg/l ed […]
[…] è un multi-integratore sviluppato per il metodo Zeovit, contenente iodio, fluoro e bromo sotto forma di sali di potassio. Viene commercializzato in flaconi da 50 o 100 ml […]